Costretta a fare serate | Scandalo Donatella Rettore: racconto da brividi
Donatella Rettore, la confessione tra le lacrime: “Sì, stavo vivendo un periodo difficile, ma fui costretta a fare serate.” Le sue parole scatenano una pioggia di critiche sulle dinamiche dello showbiz italiano.
Siamo abituati a vedere Donatella Rettore, meglio nota a tutti come Rettore, come una cantante, e una donna, che sa quello che vuole e come ottenerlo, aggressiva e trasgressiva, un po’ punk e un po’ rock e, come abbiamo visto qualche anno fa a Ora o mai più, capace di chiudere la porta in faccia a chi non apprezza i suoi sforzi (come avvenuto con la sua ex “allieva” in quell’occasione).
Dopo essere tornata sulla cresta dell’onda con Ditonellapiaga e la canzone Chimica al Festival di Sanremo 2022, quest’estate la cantante degli eccessi, come è stata anche definita, ha rilasciato Spettacolare, un nuovo singolo tutto da ballare realizzato con il gruppo dei LEGNO.
Un brano che è come lei: frizzante, elettrico, capace di scuotere gli animi e, soprattutto, orecchiabile ed effervescente. Parlando della collaborazione con i LEGNO, Donatella Rettore ha dichiarato a Vanity Fair di essere stata molto contenta e che, fin da subito (parere condiviso anche dal gruppo), si è creata un’energia magica e particolare.
Poi, andando avanti, la cantante veneta ha fatto una confessione che ha lasciato tutti di stucco “Sì, adesso sono felice, ma c’è stato un periodo in cui fui costretta, letteralmente, a fare serate.”
Donatella Rettore, il racconto doloroso dal passato “mia mamma stava morendo, ma mi costrinsero a fare lo stesso le serate.”
La famiglia, a dispetto del suo aspetto da cantante tutta d’un pezzo, è sempre stata importante per Donatella Rettore, e per lei è stato molto duro quando, nel periodo in cui sua madre stava morendo, i discografici la costrinsero a fare lo stesso le serate “Quando stava male e c’era il rischio che se ne andasse da un momento all’altro, i discografici mi dicevano che le serate le avrei dovute fare comunque. Che non mi sarei dovuta fermare.”
Un sacrificio, e un prezzo caro che ha dovuto pagare, che ancora oggi la tormenta “Sì, c’erano delle persone con lei…con mia mamma. Ma mia madre voleva me…”
Donatella Rettore e il rapporto con la madre “si auto imprigionò per non incontrare gente che le chiedeva di me.”
C’è anche un altro rimpianto che Donatella Rettore ha su sua madre, oltre a quello di non esserle potuta stare vicina come desiderava “Era una fumatrice accanita e una grande bevitrice di caffè, ma in più usciva molto poco. Si era…auto imprigionata, non voleva uscire di casa perché non voleva che la gente le chiedesse di me.”
L’esperienza più brutta però per la Rettore è stata quella di vederla spegnersi poco alla volta “Non ho paura della morte, ma della malattia. Se dovessi scegliere come morire, spero che avvenga come mio padre, anche se lascerei impreparate e sconsolate le persone che amo. Per mia madre è stato brutto: la vedevo ogni giorno sempre più piccola e indifesa, mi diceva di darle una sigaretta e di farla morire. Mi sento ancora in colpa per questo.”