Patate con germogli: non immagini quanto sono tossiche | Ecco quando buttarle
Buonissime le patate, finché queste non germogliano: vediamo qual è il livello di germoglio a cui possono essere considerate commestibili.
Fritte, al forno, bollite, arrosto…le patate sono uno degli ingredienti più versatili di sempre, e oggi fanno parte della cucina mediterranea tanto quanto i prodotti nostrani.
Notoriamente provenienti dalle Americhe, questi tuberi sono diffusissimi in tutto il paese e non solo: ormai sono il contorno o l’ingrediente principale di moltissimi piatti della tradizione.
Basti pensare, ad esempio, alla buonissima pasta e patate, o al gateau di patate: entrambi possono costituire il piatto principale del nostro pranzo o della nostra cena, soddisfacendo anche le persone vegetariane, ad esempio.
Ma a chi non è mai capitato di dimenticarsi qualche patata nella dispensa e ritrovarla con una ramificazione di germogli? Vediamo quando bisogna buttarle.
Patate: quando diventano tossiche
Siamo spesso portati a pensare che le patate possano essere ‘infinite’, nel senso che possano essere un ingrediente dalla scadenza molto lontana. In realtà il periodo in cui la patata è edibile viene spesso sopravvalutato: eccoci qui, quindi, a ridimensionarlo.
Il primo segnale che le nostre patate sono troppo in là è la colorazione verde al posto del consueto giallino o bianco – dipende dalla qualità. In questo caso è meglio buttarle, a meno che le parti verdi non siano superficiali e circoscritte a pochissime parti: in tal caso basta eliminare la parte verde e siamo pronti a tuffarle nell’olio o nell’acqua.
Quando il germoglio è davvero troppo
Quando le nostre patate iniziano a germogliare bisogna fare davvero molta attenzione: se la patata ha pochi germogli e di dimensioni ridotte, allora la possiamo consumare semplicemente tagliando via le parti germogliate. Invece, se i germogli sono più lunghi di un centimetro, allora la patata deve essere subito buttata via, in quanto è ufficialmente diventata tossica e ingerendola rischieremmo di sentirci male.
Un altro segno che la patata non è più buona si può constatare alla sola consumazione, quindi è l’ultima spiaggia in un certo senso: si tratta della percezione di un sapore particolarmente amaro che di certo non è caratteristico di questo ottimo ingrediente. Ci sono numerosi accorgimenti per fare sì che le patate si conservino davvero al meglio: tra questi c’è l’accortezza di porle in un luogo fresco e buio, e quando le cuciniamo di non riutilizzare l’acqua in cui le abbiamo bollite per cuocere altro.