Mal di Sushi: se esageri rischi grosso | Guarda cosa succede al tuo corpo
Se non riesci proprio a fare a meno del sushi, guarda cosa succede al tuo organismo quando esageri: le conseguenze ti sorprenderanno.
Le grandi abbuffate di sushi sono una prassi per gli amanti di questo cibo che arriva direttamente dal Giappone, ma è giusto che tu sappia a cosa vai incontro se esageri. Il problema principale della sindrome di cui ti parleremo non riguarda solo i ristoranti asiatici, ma può coinvolgere anche quelli italiani, perché tutto ruota attorno alla cattiva conversazione del pesce.
Essendo che il pesce va consumato crudo, sarebbe opportuno che tu prestassi più attenzione al tipo di locale che scegli, accertandoti che questo rispetti tutte le norme igienico-sanitarie e che tratti a dovere la materia prima. Il mal di sushi al quale ci riferiamo, in realtà, si chiama sindrome sgombroide e ha dei sintomi ben precisi che fungono da campanello d’allarme.
Insieme, vedremo quali sono i sintomi di questa intossicazione alimentare e capiremo come può essere evitata e come può essere curata. In questo modo, potrai goderti un bel piatto di sushi senza preoccupazioni.
I sintomi della sindrome sgombroide
Uno dei sintomi più comuni di chi viene affetto da questa sindrome è la nausea, seguita a vomito e/0 diarrea. Sono i classici sintomi dell’intossicazione alimentare che, però, possono trasformarsi in qualcosa di molto più grave e serio, come vertigini, pesante cefalea. In alcuni casi, può essere intaccata anche la cute e possono spuntare rush violenti e pruriginosi. Nei casi più estremi, ma anche più rari, si può arrivare ad avere un disturbo delle vie respiratorie e ipotensione. In genere, i sintomi compaiono entro 15, massimo 30, minuti dall’assunzione del cibo contaminato. La sindrome sgombroide nasce da un eccesso di istamina, ovvero una sostanza che si forma naturalmente alla degradazione di un amminoacido che è presente in alcune tipologie di pescato, come acciughe, tonno, sgombro e sardine.
Questi germi resistono sia al calore, sia alle basse temperature. Per eliminarli del tutto, il pesce andrebbe lavato accuratamente, per poi abbatterlo alle temperature adeguate. L’Unione Europa raccomanda il congelamento dei prodotti ittici a -20 gradi per almeno 24 ore, mentre l’OMS raccomanda il congelamento a -23 gradi, per una settimana. Le indicazioni, dunque, sono diverse, ma l’importante è rispettare quantomeno l’ordinanza dell’UE, per quanto essa sia più limitata rispetto all’altra.
Come prevenire e come curare la sindrome sgombroide
È chiaro che, prima di servirci presso un ristorante, non possiamo controllare a tappeto la cucina e la conservazione degli alimenti, ma sarebbe buona abitudine evitare quei locali che tengono i tranci di pesce nelle vetrine mal refrigerate, solo per scopo scenografico. Il pesce deve trovarsi in apposite celle che arrivano a temperature glaciali, per essere sicuro e ingeribile.
Se dovesse capitare di imbatterti nella sindrome sgombroide, sappi che questa può essere curata. Assumi molti liquidi e l’antistaminico giusto, sia anti H1 sia anti H2. Se dovessi accorgerti che il mal di sushi sta avanzando e sta colpendo l’apparato cardio-respiratorio, rivolgiti immediatamente al pronto soccorso, perché in questo caso potresti aver bisogno di adrenalina.